Il Corso di Autobendaggio, che si avvale di un dispositivo stimolatore, è stato ideato da Patrizia Seri, fisioterapista con lunga esperienza nel campo del Linfedema nel tumore al seno. Il progetto è co-finanziato dal Comitato A.N.D.O.S. di Ferrara ODV e dall’Assessorato alla Salute del Comune di Ferrara.
Il linfedema secondario all’arto superiore è una complicanza dovuta all’intervento di linfoadenectomia ascellare per ca. mammario: se non trattato adeguatamente e precocemente può condurre allo sviluppo di gravi disabilità e può svilupparsi in qualunque momento della vita.
A tal senso l’intervento riabilitativo assume un ruolo fondamentale al fine di ottimizzare la qualità della vita delle pazienti permettendo, in questo modo, di migliorare anche l’aspetto psicologico, relazionale-comunicativo.
Il servizio sanitario pubblico offre sì delle prestazioni per il trattamento di queste patologie anche se, purtroppo, a causa della diminuzione delle risorse disponibili e a causa dell’esubero delle domande non riesce a soddisfare totalmente le richieste di trattamento.
PERCHE’ PROPORRE L’AUTOBENDAGGIO ALLE PAZIENTI CON LINFEDEMA ?
Di fronte ad una patologia cronico/evolutiva ed invalidante come il linfedema, con il suo quotidiano accumulo di linfa e proteine nell’interstizio conseguente alla linfoadenectomia ascellare, sentiamo pressante l’esigenza di proporre uno strumento terapeutico da affiancare a quelli già conosciuti ed utilizzati tra un ciclo di terapia e l’altro, come il tutore elastico, l’osservanza delle norme comportamentali ed igieniche e gli esercizi decongestionanti da eseguire quotidianamente al domicilio.
Le persone affette da linfedema, generalmente seguite da strutture pubbliche o private convenzionate, hanno accesso in media ad uno-due cicli all’anno di 10 sedute ciascuno, un risultato soddisfacente dal punto di vista del servizio offerto.
Se consideriamo invece il problema dal punto di vista delle pazienti notiamo che, rispetto alle loro esigenze, tale periodo risulta insufficiente poiché copre solo una minima parte dell’anno solare, mentre la linfa viene prodotta quotidianamente ed accumulata, ove il drenaggio linfatico è deficitario come nel caso della linfoadenectomia ascellare. Naturalmente non si intende rendere le pazienti indipendenti dai professionisti sanitari, ma si ha come obiettivo di recuperare la loro centralità nella cura della propria salute e di gestire in via preventiva tutte quelle situazioni “a rischio” della vita quotidiana responsabili di un incremento del linfedema.
Essere attivi e partecipare da protagonisti al miglioramento delle proprie condizioni cliniche contribuisce a potenziare lo stato psicologico, lo stato di salute in generale e conseguentemente la qualità di vita.